Trattamenti straordinari di integrazione salariale: le modalità operative

Fornite le istruzioni per il recupero delle somme anticipate dai datori di lavoro a titolo di CIGS (INPS, messaggio 9 febbraio 2024, n. 617).

L’INPS ha illustrato le modalità operative che i datori di lavoro devono seguire per il recupero delle somme anticipate a titolo di CIGS relativamente a quanto disposto dall’articolo 30 del D.L. n. 48 (Decreto Lavoro). Infatti, durante la gestione dei provvedimenti di concessione dei trattamenti di CIGS in questione è emerso che, in taluni casi, il relativo decreto ministeriale ha disposto che il pagamento ai lavoratori dovesse essere anticipato dai datori di lavoro e da questi ultimi successivamente conguagliato, secondo la disciplina prevista dall’articolo 7 del D.Lgs. n. 148/2015.

Le istruzioni procedurali

In particolare, l’INPS ha comunicato che nel “Sistema UNICO”, nell’ambito del codice intervento “333”, è stato istituito il seguente nuovo apposito codice evento: “147 situazioni di perdurante crisi e difficoltà – art. 30 D.L. 48/23”.

Modalità di esposizione del conguaglio e del contributo addizionale

Per quanto riguarda le modalità di esposizione delle prestazioni da porre a conguaglio e del contributo addizionale da versare, relativi agli interventi di CIGS autorizzati ai sensi dell’articolo 30 del D.L n. 48/2023, i datori di lavoro devono operare nel seguente modo.

In seguito all’autorizzazione da parte dell’INPS per il conguaglio delle prestazioni anticipate, all’interno dell’elemento<DenunciaAziendale>/<ConguagliCIG>/<CIGAutorizzata>/<CIGStraord>/<CongCIGSACredito>/<CongCIGSAltre>/<CongCIGSAltCaus>, i datori di lavoro devono valorizzare il nuovo codice causale “L140”, avente il significato di “Conguaglio CIGS decreto legge. n. 48/2023”, relativo ad autorizzazione soggetta al contributo addizionale.

In questo caso trova applicazione il termine di decadenza di cui all’articolo 7, comma 3 del D.Lgs. n. 148/2015.

Per l’esposizione degli importi dovuti a titolo di contributo addizionale i datori di lavoro devono utilizzare il codice causale “E614”, avente il significato di “Ctr. addizionale CIG straordinaria decreto-legge. n. 48/2023”, presente nell’elemento <CongCIGSCausAdd>.

I datori di lavoro interessati sono tenuti al versamento del contributo addizionale a partire dal periodo di paga successivo al provvedimento di concessione dell’integrazione salariale.

Nel caso in cui il rilascio dell’autorizzazione da parte dell’INPS avvenga, invece, nel mese in cui termina l’evento CIGS o successivamente, i datori di lavoro sono tenuti a versare l’importo del contributo addizionale per l’intero periodo autorizzato nel periodo di paga immediatamente successivo a quello di autorizzazione.

CCNL Alimentari Industria: approvata l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo

I sindacati richiedono un aumento salariale, maggiore conciliazione dei tempi di vita e lavoro, riduzione dell’orario di lavoro a 36 ore settimanali, riforma del sistema di inquadramento

Nei giorni scorsi i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno presentato e approvato all’unanimità l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto industria e cooperazione alimentare. Si procederà, pertanto, alla fase di consultazione in tutti i luoghi di lavoro ed a maggio, si procederà alla loro approvazione e all’avvio dei negoziati con le controparti.
Di seguito gli argomenti trattati.
Sistema di inquadramento 
In linea con quanto condiviso in occasione dell’ultimo rinnovo, viene richiesto un aggiornamento sull’attuale sistema di inquadramento contrattuale.
Orario e organizzazione del lavoro 
Viene richiesta una riduzione dell’orario di lavoro a 36 ore a parità di salario, rimodulando conseguentemente le ulteriori riduzioni attualmente previste per i lavoratori turnisti, anche in turni avvicendati o a scorrimento.
Mercato del lavoro
Fai-Cisl,Flai-Cgil e Uila-Uil ritengono che vadano valorizzate e privilegiate le forme contrattuali che permettano un lavoro di qualità, dignitoso e stabile. Si chiede di privilegiare il contratto a tempo indeterminato, anche in apprendistato di ogni livello, quello a tempo determinato, anche stagionale, assistito da meccanismi di
progressiva stabilizzazione e il contratto part-time, purché volontario. 
Formazione professionale
I Sindacati propongono di adeguare la disciplina del diritto allo studio, prevedendo l’utilizzo dei relativi permessi per tutti i percorsi di istruzione di qualsiasi ordine e grado e semplificando il loro accesso e la loro fruizione.
Viene, inoltre, richiesto di incrementare e rafforzare i compiti affidati all’EBS in materia di formazione.
Violenza di genere e mobbing
Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil chiedono di rafforzare le azioni necessarie a contrastare la violenza di genere, le molestie sessuali ed il mobbing nei luoghi di lavoro,
ampliando le informative aziendali, prevedendo pacchetti specifici di ore di formazione e momenti di coinvolgimento per le lavoratrici e per i lavoratori.
Conciliazione dei tempi di lavoro e parità di genere 
Al fine di favorire la genitorialità condivisa, la cura dei familiari e l’intercambiabilità dei ruoli, nonché azioni utili a sostenere l’occupazione femminile, si chiede di prevedere:
8 ore annue di permessi retribuiti per la malattia del figlio da 0 a 10 anni;
– 8 ore annue di permessi retribuiti per genitori di bambini fino a tre anni d’età per il loro inserimento all’asilo nido;
– ulteriori 8 ore annue di permessi retribuiti per l’assistenza ai genitori anziani per ricovero e/o dimissioni, day hospital nonché per visite mediche specialistiche.

Email dei dipendenti e privacy: nuove indicazioni per la conservazione dei metadati

L’Autorità garante vara un nuovo documento di indirizzo con limitazioni per il periodo di conservazione (Garante per la protezione dei dati personali, nota 6 febbraio 2024, n. 517).

Il Garante per la privacy ha reso noto di aver varato un documento di indirizzo denominato “Programmi e servizi informatici di gestione della posta elettronica nel contesto lavorativo e trattamento dei metadati” rivolto ai datori di lavoro pubblici e privati.

In particolare, l’Autorità chiede ai datori di lavoro di verificare che i programmi e i servizi informatici di gestione della posta elettronica in uso ai dipendenti (specialmente in caso di prodotti di mercato forniti in cloud o as-a-service) consentano di modificare le impostazioni di base, impedendo la raccolta dei metadati o limitando il loro periodo di conservazione ad un massimo di 7 giorni, estensibili, in presenza di comprovate esigenze, di ulteriori 48 ore. Periodo considerato congruo, sotto il profilo prettamente tecnico, per assicurare il regolare funzionamento della posta elettronica in uso al lavoratore.

Il documento nasce a seguito di accertamenti effettuati dall’Autorità dai quali è emerso che alcuni programmi e servizi informatici per la gestione della posta elettronica, commercializzati da fornitori anche in modalità cloud, sono configurati in modo da raccogliere e conservare – per impostazione predefinita, in modo preventivo e generalizzato – i metadati relativi all’utilizzo degli account di posta elettronica dei dipendenti (ad esempio, giorno, ora, mittente, destinatario, oggetto e dimensione dell’e-mail). In alcuni casi è emerso anche che i sistemi non consentono ai datori di lavoro di disabilitare la raccolta sistematica dei dati e ridurre il periodo di conservazione.

L’indirizzo predisposto dal garante prevede, invece, che i datori di lavoro che per esigenze organizzative e produttive o di tutela del patrimonio anche informativo del titolare (in particolare, ad esempio, per specifiche esigenze di sicurezza dei sistemi) avessero necessità di trattare i metadati per un periodo di tempo più esteso, dovranno espletare le procedure di garanzia previste dallo Statuto dei lavoratori (accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro). L’estensione del periodo di conservazione oltre l’arco temporale fissato dal Garante può infatti comportare un indiretto controllo a distanza dell’attività del lavoratore.