CCNL Impianti sportivi: sottoscritto verbale integrativo

A seguito di alcuni refusi evidenziati dalle aziende del settore le Parti Sociali hanno definito alcune correzioni al CCNL siglato il 12 gennaio 2024

In data 23 gennaio 2024, la Confederazione italiana dello Sport, con l’assistenza di Confcommercio, insieme alle OO.SS. Slc-Cgil, Fisascat-Cisl, Uilcom-Uil, si sono incontrate per condividere l’analisi di alcuni punti del CCNL per i Lavoratori dello Sport, sottoscritto in data 12 gennaio 2024.
Le Parti Sociali, viste le segnalazioni di aziende del settore in merito ad ad alcuni refusi nel testo del contratto siglato nelle scorse settimane, hanno definito alcune correzioni. In primo luogo, all’art. 30 “Livelli di inquadramento professionale e trattamento economico”, è stato modificato l’ultimo periodo con riferimento al 7° Livello come segue “Salvo quanto previsto dagli artt. 41 e 42, i livelli di inquadramento professionale e il conseguente trattamento economico per gli apprendisti saranno i seguenti: – 2 livelli inferiori a quello in cui è inquadrata la mansione professionale per cui è svolto l’apprendistato per la prima metà del periodo di apprendistato; – 1 livello inferiore a quello in cui è inquadrata la mansione professionale per cui è svolto l’apprendistato per la seconda metà del periodo di apprendistato. Alla fine dell’apprendistato il livello di inquadramento sarà quello corrispondente alla qualifica eventualmente conseguita. Per gli apprendisti assunti per l’acquisizione delle qualifiche e mansioni comprese all’interno della disciplina contrattuale nazionale del CCNL sport nel quinto livello di inquadramento, l’inquadramento e il conseguente trattamento economico sono al sesto livello per la prima metà del periodo di apprendistato, al quinto livello nella seconda metà del periodo di apprendistato. È vietato stabilire il compenso dell’apprendista secondo tariffe di cottimo”.
All’art. 43 “Rinvio alla legge” è stato invece introdotto l’ultimo periodo per la salvaguardia degli attuali profili formativi degli apprendisti, ossia “Per quanto non disciplinato dal presente CCNL le parti fanno espresso riferimento alle disposizioni di legge vigenti in materia. Dichiarazione delle parti Le Parti allegano al presente CCNL i profili formativi, approvati con apposito verbale, per ogni tipologia di apprendistato, qui prevista che potranno essere oggetto di revisione annuale nel corso del periodo di vigenza. Durante il periodo necessario all’approvazione del verbale delle Parti relativamente ai nuovi profili formativi, rimangono vigenti quelli approvati in allegato al CCNL sottoscritto in data 22/12/2015“.
Da ultimo le precisazioni in merito alla tabella C, nello specifico alla colonna “Una Tantum, (rateo ex 14° 01/07/2023-31/12/2023) da erogare al 30/06/2024” la compressione della riga intestazione aveva coperto la data di erogazione concordata al 30 giugno 2024. Nella tabella B, invece, per la retribuzione Quadri al 1° novembre 2026 la somma corretta è 2.137,11 e non 2.173,11.

Carta di inclusione e modalità di utilizzo

È stato registrato dalla Corte dei Conti il D.I. del 27 dicembre 2023 che disciplina le modalità di utilizzo della Carta di inclusione: in attesa della pubblicazione in G.U., il provvedimento è consultabile sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, comunicato 24 gennaio 2024).

Dal prossimo 26 gennaio inizierà ad essere corrisposto l’Assegno di inclusione (ADI): il beneficio economico è erogato attraverso uno strumento di pagamento elettronico ricaricabile, denominato «Carta di inclusione».

 

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha comunicato l’avvenuta registrazione presso la Corte dei Conti del decreto interministeriale del 27 dicembre 2023 che detta disposizioni sulle modalità di utilizzo della Carta in questione.

 

Attraverso la Carta ADI possono essere soddisfatte, oltre alle esigenze previste per la Carta acquisti (acquisto di generi alimentari e pagamento delle bollette energetiche e delle forniture di gas), anche altre esigenze dei beneficiari, come, ad esempio, effettuare un bonifico mensile a favore dell’intermediario che ha concesso il mutuo o in favore del locatore indicato nel contratto di locazione.

 

La Carta non può essere utilizzata per l’acquisto dei seguenti beni e servizi:

 

a) giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità; b) acquisto di sigarette, anche elettroniche, di derivati del fumo; c) giochi pirotecnici; d) prodotti alcolici; e) acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, nonché servizi portuali; f) armi; g) materiale pornografico e beni e servizi per adulti; h) servizi finanziari e creditizi; i) servizi di trasferimento di denaro; j) servizi assicurativi; k) articoli di gioielleria; l) articoli di pellicceria; m) acquisti presso gallerie d’arte e affini; n) acquisti in club privati. 

 

È, in ogni caso, inibito da parte del gestore del servizio l’uso della Carta ADI in esercizi prevalentemente o significativamente adibiti alla vendita dei beni e servizi di cui sopra, come pure l’utilizzo della Carta ADI all’estero e per gli acquisti on-line o mediante servizi di direct-marketing.

 

Sono previsti poi dei limiti di importo per i prelievi di contante: nel caso di attribuzione di una unica carta per nucleo familiare, il limite mensile di prelievo di contante è di massimo 100 euro, moltiplicato per la scala di equivalenza.

 

Nel caso di attribuzione del beneficio a integrazione del reddito familiare ai singoli maggiorenni del nucleo familiare che esercitano le responsabilità genitoriali o sono considerati nella scala di equivalenza, la Carta permette di effettuare prelievi di contante nel limite mensile non superiore a 100 euro per ciascuna Carta ADI individuale.

 

Le disposizioni del decreto si applicano a decorrere dalla data di avvio della presentazione delle domande dell’ADI. 

Fondo SOLIMARE: la disciplina dell’adeguamento

L’INPS illustra le modalità di adeguamento del Fondo bilaterale per il settore marittimo SOLIMARE, in ordine alle novità relative all’ampliamento dell’ambito di applicazione, nonché alla prestazione di assegno di integrazione salariale erogata dal Fondo (INPS, circolare 23 gennaio 2024, n. 16).

Il decreto interministeriale dell’8 agosto 2023 ha apportato modifiche al decreto interministeriale n. 90401/2015, istitutivo del Fondo SOLIMARE.

 

Per esempio, al fine di adeguare la normativa di riferimento a quanto stabilito dall’articolo 26, comma 7-bis, del D.Lgs. n. 148/2015, relativamente all’obbligo di ricomprendere nell’ambito delle tutele garantite dal Fondo i datori di lavoro che occupano almeno un dipendente, l’articolo 2 del decreto istitutivo è stato integralmente sostituito. Pertanto, alla luce della novella normativa, che supera la precedente disciplina, possono accedere alla prestazione di assegno di integrazione salariale, erogata dal Fondo, “tutte le imprese armatoriali”, a prescindere dal numero dei dipendenti, nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, in relazione alle causali previste dalla normativa in materia di trattamenti di integrazione salariale ordinaria e straordinaria.

 

Analogamente, a partire dal periodo di paga in corso alla data di entrata in vigore del suddetto D.I. 8 agosto 2023 (ottobre 2023), anche i datori di lavoro del settore marittimo in argomento, che occupano mediamente fino a 5 dipendenti nel semestre di riferimento, sono tenuti al versamento del contributo ordinario al Fondo e non sono più soggetti alla disciplina del FIS né al relativo obbligo contributivo.

 

Beneficiari dell’assegno di integrazione salariale e misura della prestazione

 

Nella platea dei soggetti beneficiari sono ricompresi, dal 1° gennaio 2022, tutti i lavoratori dipendenti, compresi gli apprendisti, qualunque sia la tipologia del relativo contratto di apprendistato, sia il personale marittimo, sia quello non marittimo, mentre sono esclusi i dirigenti.

 

Non è richiesta, in capo al lavoratore, alcuna anzianità di lavoro effettivo presso l’unità produttiva per la quale è richiesta la prestazione.

 

La misura della prestazione è pari a quanto garantito dal trattamento di integrazione salariale ordinaria (CIGO), ossia all’80% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore non lavorate, con applicazione di un unico massimale, indipendentemente dalla retribuzione mensile di riferimento per il calcolo del trattamento.

 

Inoltre, anche ai lavoratori destinatari dell’assegno di integrazione salariale erogato dal Fondo spetta, a decorrere dal 1° gennaio 2022, in rapporto al periodo di paga adottato e alle medesime condizioni dei lavoratori a orario normale, l’assegno per il nucleo familiare (ANF) a carico della gestione del Fondo stesso, fermo restando che, a decorrere dal 1° marzo 2022, la predetta tutela è stata riconosciuta in relazione ai nuclei familiari senza figli a carico, in ragione delle novità contenute nel D.Lgs. n. 230/2021, in materia di assegno unico e universale per i figli a carico.

 

Il meccanismo del “tetto aziendale”

 

In base al meccanismo del cosiddetto tetto aziendale (articolo 8, comma 3, del decreto istitutivo, come modificato dal decreto interministeriale del 17 maggio 2017, n. 99295), si prevede che l’onere a carico del Fondo per l’erogazione della prestazione richiesta, sia determinato in misura non superiore a 4 volte l’ammontare dei contributi ordinari dovuti dal singolo datore di lavoro a fare data dalla sua iscrizione al Fondo, tenuto conto delle prestazioni già deliberate a qualunque titolo a favore dello stesso datore di lavoro.

 

Al fine di non penalizzare i datori di lavoro ora ricompresi nell’ambito di applicazione del Fondo che occupano mediamente fino a 5 dipendenti nel semestre precedente, per i quali l’obbligo di contribuzione al Fondo sorge solo dalla data di entrata in vigore del decreto, e per garantire l’erogazione della prestazione in ordine alla durata e alla misura per tutti i beneficiari, al menzionato comma 3 è stata introdotta dal D.I. 8 agosto 2023 una disposizione transitoria che prevede un’applicazione graduale del meccanismo del tetto aziendale per questa tipologia di datori di lavoro per i primi 5 anni di iscrizione al Fondo. In particolare, il dettato del novellato articolo 8, comma 3, del decreto istitutivo, non prevede alcun limite per le prestazioni erogate nel 2023 e, di conseguenza, per l’anno 2023 le istanze di assegno di integrazione salariale presentate a decorrere dalla data di entrata in vigore del D.I. 8 agosto 2023, da parte dei datori di lavoro interessati, saranno istruite senza effettuare la verifica del predetto requisito.

 

Per gli anni successivi, in base alla modifica apportata, verrà applicato il limite del tetto aziendale secondo i seguenti parametri: 10 volte la contribuzione dovuta nell’anno 2024; 8 volte nell’anno 2025; 7 volte nell’anno 2026; 6 volte nell’anno 2027 e 5 volte nell’anno 2028.

 

Durata e domanda

 

La nuova disciplina del Fondo, nel richiamare la norma generale, riconosce l’integrabilità di tutte le causali previste per i trattamenti di integrazione salariale, sia ordinaria che straordinaria, includendo anche la fattispecie del contratto di solidarietà, precedentemente non contemplata.

 

La singola domanda di prestazione per una causale straordinaria non può riguardare interventi di volta in volta superiori ai 12 mesi, eventualmente prorogabili, in accordo ai limiti previsti dalla norma per le causali relative alla riorganizzazione aziendale e al contratto di solidarietà.

 

Le singole istanze con causale ordinaria possono riguardare invece, di volta in volta, periodi di 13 settimane continuative, eventualmente prorogabili fino a un massimo complessivo di 52 settimane nel biennio mobile di riferimento.

 

ART. 11 Causali ordinarie ART. 12 Durata garantita dal Fondo
Situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali; fino a 13 settimane continuative, prorogabili trimestralmente fino a un massimo complessivo di 52 settimane
Situazioni temporanee di mercato
ART. 21 Causali straordinarie ART. 22 Durata garantita dal Fondo
Riorganizzazione aziendale, anche per realizzare processi di transizione 12 mesi prorogabili fino a un massimo di 24 mesi, anche continuativi, in un quinquennio mobile
Crisi aziendale 12 mesi, anche continuativi. Una nuova autorizzazione non può essere concessa prima che sia decorso un periodo pari a due terzi di quello relativo alla precedente autorizzazione
Contratto di solidarietà 12 mesi prorogabili fino a un massimo di 24 mesi, anche continuativi, in un quinquennio mobile. Ai fini del calcolo della durata massima complessiva di cui all’articolo 4, comma 1, del D.lgs n. 148/2015 la durata dei trattamenti per la causale contratto di solidarietà viene computata nella misura della metà per la parte non eccedente i 24 mesi e per intero per la parte eccedente

Le domande di integrazione salariale devono essere presentate non prima di 30 giorni e non oltre il termine di 15 giorni dall’inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, per ogni singola unità produttiva interessata.

 

Il mancato rispetto dei termini temporali non determina la perdita del diritto alla prestazione, ma, nel caso di presentazione prima dei 30 giorni, determina l’irricevibilità della stessa. Nel caso di presentazione oltre i 15 giorni si determina uno slittamento del termine di decorrenza della prestazione; pertanto, in caso di presentazione tardiva, l’eventuale trattamento di integrazione salariale non potrà avere luogo per periodi anteriori di una settimana rispetto alla data di presentazione (ovvero dal lunedì della settimana precedente).